Gli anni in questione furono i più tristi e confusi nella storia calcistica napoletana a causa delle vicende personali che accompagnarono il Presidente Lauro verso un lento ma inesorabile declino. Lauro infatti, a differenza del recente passato, agì in un'ottica di "economicità di gestione", utilizzando anche questo suo "giocattolo" come una sorta di punizione per i napoletani che l'avevano "tradito" politicamente. Non cedette mai il timone della società ma consentì ad alcuni suoi collaboratori di condurre campagne acquisti assolutamente disastrose (l'esempio eclatante fu nel 1961-62 quando la campagna acquisti si concluse con un passivo di 518 milioni e cioè 558 milioni spesi contro 40 milioni incassati). Rifiutò alcune interessanti proposte come quella di Gigi Peronace, un calabrese trasferitosi in Inghilterra, dove aveva avuto modo di apprendere i metodi di conduzione delle squadre britanniche (era infatti manager" del Birmingham), o come quella di Gagliardi. Ma nel 1962-63, anno del suo ritiro dal calcio, colui che avrebbe definitivamente sradicato il Comandante , aveva 32 anni ed interessi ben lontani dal mondo del calcio: Corrado Ferlaino.

 1958-59
Arriva Del Vecchio, altro brasiliano, per far coppia con Vinicio. Ma i contrasti all'interno della squadra, con Vinicio al centro delle polemiche, e per giunta fuori forma, portano a conquistare soltanto 34 punti per il 9° posto finale con solo 9 vittorie e ben 16 pareggi, ottenuti per merito, essenzialmente, del reparto difensivo. La rivalità nacque perché sia Del Vecchio che Vinicio erano centravanti di ruolo, per cui, come è noto, per due primedonne è sempre difficile la convivenza; e poiché lo spogliatoio era contro Vinicio, Amadei (vedi foto)fu costretto a metterlo fuori squadra: Le cose non migliorarono e la pressione dei tifosi di rivedere in campo "'o lione", cresceva di continuo fino a quando Amadei non cedette, schierandolo contro la Roma. Risultato Roma -Napoli 8-0. Lauro cercò di porre rimedio da par suo con la creazione di una triade Scuotto, Muscariello e Ciro Musollino, aventi incarichi di supervisione e sorveglianza. Fu anche istituito l'orario di presenza tra campo e sede: 9-12,30 / 14,30 - 19!!

 1959-60
E' l'anno dell'abbandono del vecchio Stadio della Liberazione al Vomero per il nuovissimo S. Paolo (nella foto il giorno dell' inaugurazione: 19/10/1959). Il Napoli si salva dalla retrocessione per un pelo, finendo 14° a 29 punti. Vengono acquistati l'ala Rambone, il centravanti Postiglione ed il portiere Pacifico Cuman. Considerando che il Napoli ha due centravanti, Lauro pensa bene di acquistare, come allenatore, Annibale Frossi, il cui schema di gioco prevede appunto la presenza di due centravanti (in verità il Presidente tenta di ingaggiare, senza successo, Nereo Rocco). Amadei viene quindi degradato ad osservatore, carica che manterrà fino al 11/10/1959 quando il Comandante invertirà i ruoli riqualificando Amadei tecnico ufficiale. Frossi continuerà onestamente il suo lavoro di osservatore suggerendo alcuni acquisti che Lauro non si degnerà neanche di considerare (i nomi erano Picchi e Rivera).

 1960-61
Partono Rambone, Morin, Vitali e Pesaola, ed arrivano Gratton, Juan Carlos Tacchi e Girardo. Inoltre in cambio di Vinicio il Bologna invia la mezzala Pivatelli. Dopo un buon avvio, dalla 6^ giornata la squadra si ferma. Lauro affianca ad Amadei, Cesarini. Ma purtroppo non c'è niente da fare, il Napoli va sempre più giù e non serve nemmeno la nomina di Sallustro tecnico per le ultime due giornate. E di nuovo Serie B.

 1961-62
Serie B. Tra le cessioni Vi sono quelle di Postiglione, Di Giacomo, Miholich, Gratton, Pivatelli, Bertucco, Posio, Del Vecchio e Bugatti. Vengono acquistati Fanello, Corelli, Rivellino, Ronzon e Gigi Simoni con il portiere Pontel. Allenatore è Fioravante Baldi. Dopo la 9^ partita quest'ultimo presenta le dimissioni: respinte! Il 29/1/92 le dimissioni sono invece accettate in considerazione dell'andamento disastroso della squadra (18 punti in 20 partite). Lauro così pesca Bruno Pesaola a Scafati che, non avendo nemmeno il tesserino per la serie B, deve richiedere una deroga. Da quel momento il Napoli rifiorisce ottenendo 25 punti in 18 gare, che significheranno il 2° posto in classifica e la promozione in serie A. Vince anche la Coppa Italia (vedi altra foto) (unica squadra di "B" a vincere questo trofeo). Ma la vittoria in campionato viene macchiata dal sospetto di una corruzione tentata verso i giocatori del Verona. Nel processo il Napoli verrà assolto ma il giudizio generale, anche quello dei napoletani, sarà di condanna. Questa "benevolenza" ottenuta il Napoli la pagherà molto cara l'anno successivo.

 1962-63
A Pesaola viene affiancato Monzeglio non essendo il primo dotato di patentino per allenare in serie B (anchese la deroga arriverà alla 3^giornata di campionato). Dopo la vittoria in Coppa Italia ed il ritorno in Serie A Lauro nega il premio promozione sia al tecnico (poi erogato al 50%) che ai giocatori. Il Presidente continua nel suo atteggiamento di ripicca verso i napoletani "traditori" (non aveva ottenuto il successo elettorale sperato), ripetendo sempre che non ha quattrini per il Napoli. Dopo innumerevoli pressioni e dopo le cessioni di Greco II, Bodi, Simoni e Costantini, vengono presi l'argentino Rosa (in prestito) ed il brasiliano Jarbas Faustinho Cané (costato soltanto $ 4.000 al mediatore e,"si dice", scelto da Achille Lauro su fotografia, tra un certo numero di calciatori di colore dell'Olearia, per il solo fatto d'essere più "nero" degli altri, e che per questo avrebbe fatto "più paura" ai difensori avversari); vengono promossi in prima squadra il portiere Pomarici ed i giovani centrocampisti Montefusco e Juliano (vedi foto). Tra gli episodi particolari, da ricordare il 6/1/63, durante Napoli-Torino, un petardo scoppia sotto la panchina azzurra tramortendo Monzeglio, e Napoli-Roma 3-3 con ben 5 rigori assegnati dall'arbitro Campanati. L'illecito dell'anno è in Milan-Napoli, prima della quale tutti i giocatori assunsero una razione di simpamina pochi minuti prima di sapere che quel giorno si sarebbe effettuato il controllo anti-doping. Risultarono sette giocatori positivi al controllo, ma soltanto quattro furono squalificati per quattro turni, dal 31/3 al 21/4 (alcune provette furono "casualmente" esposte al sole per troppo tempo): Molino, Tomeazzi, Rivellino (vedi foto) e Pontel. Nelle ultime quattro partite si assiste al crollo della squadra anche se il momento più triste è vissuto in Napoli-Modena. Quel giorno era in corso una tornata elettorale per cui le forze dell'ordine allo stadio erano davvero poche. Qualche errore di troppo dei giocatori azzurri, qualche svista arbitrale (Campanati, di nuovo) ed il patatrac fu inevitabile: utilizzando dei grossi cartelloni pubblicitari come ponti per scavalcare il fossato, una marea inferocita si riversò in campo, spezzando le traverse, e sradicando i pali delle porte. Risultato: 62 feriti, 148 fermati, 130 milioni di danni e 4 giornate di squalifica. Fu retrocessione con 16 sconfitte, 27 punti, 59 gol al passivo e soltanto 35 realizzati.

 1963-64
Lauro presenta le sue dimissioni e si apre la lotta per la sua successione. Pretende ben 407 milioni a saldo (a suo dire) delle sue personali contribuzioni, non dimostrate né giustificate poiché nessun rendiconto era mai stato stilato in Società. Ma il passivo, a giugno, ammonta a 700 milioni per quanto dovuto all'Esattoria comunale ed al Credito Sportivo. Il primo che si mostra interessato all'acquisto è Pasquale Gagliardi, un cilentano che ha fatto fortuna in Venezuela. Gagliardi viene convinto ad avanzare l'offerta a Lauro (8 rate annuali di 60 milioni) da Fiore, che gli aveva promesso un sostanzioso contributo da parte di suoi parenti ed amici, e da Scuotto. Poiché Lauro non si esprime in merito, viene chiamato a dirimere la questione il Presidente della Lega Perlasca. Alla fine Lauro rifiuterà e nominerà Scuotto "reggente". Questi opererà con l'appoggio di Fiore che così, piano piano, riuscirà ad entrare in società. La campagna trasferimenti risulta povera come l'anno precedente; arrivano l'ala Bolzoni, Rimbaldo e Prenna mentre partono Bodi, Mariani, Fanello e Tomeazzi. L'allenatore è Lerici perché Pesaola preferisce andare via. Ma Lerici, già nel febbraio 1964, verrà affiancato da Bruno Gramaglia in qualità di "consigliere", ed a marzo, definitivamente licenziato. Verrà quindi nominato allenatore-giocatore Molino (vedi foto). Il campionato si concluderà all'8° posto a 39 punti, 39 gol fatti e 35 subiti.

Pagina precedente
(1950-1958)
 

Pagina successiva
(1964-1968)